TURISMO FLUVIALE 2017-2018, Francia

Trascorrere le vacanze, conducendo un’imbarcazione fluviale senza patente nautica sui fiumi e canali francesi, è un’esperienza altamente istruttiva.

La Francia, come altri paesi europei attraversati da fiumi navigabili, ha ereditato dal suo glorioso passato (sin dai tempi dell’Impero Romano) una sistema estremamente capillare di vie navigabili per il traffico commerciale ed i trasporti.

In effetti nel corso dei secoli, i maggiori fiumi come il Rodano, il Reno, la Marna, la Mosella  (ed i loro grandi affluenti) sono stati collegati attraverso la creazione di apposite canali navigabili, per evitare il trasbordo delle merci da un mezzo di trasporto ad un altro.

Chiari esempi sono:

– il “Canal du Midi” che collega la costa atlantica con quella del Mediterraneo;

– il canale che collega il Rodano al Reno, che ha favorito i commerce con la Germania;

– il canale che collega la Marna al Reno, nel nord-est del Paese.

Infatti, mentre VNF (Voies Navigables de France) è la società di Stato che gestisce la rete delle chiuse, grandi organizzazioni private per il noleggio delle imbarcazioni fluviali hanno potuto sviluppare le proprie flotte in questi decenni, fino a potersi stabilire con una rete di propri porticcioli fluviali su tutta la rete nazionale, offrendo ai crocieristi servizi di assistenza e riparazione, pronto soccorso medico, collegamento alle principali utenze, servizi igienico-sanitari.

Notevole è l’impatto di questa forma di turismo sulla micro-economia di località al di fuori degli itinerari più affollati e tradizionali:

– piccoli villaggi, nel in passato sedi di mercati di prodotti agricoli, bestiame, attrezzature ed artigianato, oggi offrono l’occasione di una tranquilla cenetta in riva al fiume, di acquistare di prodotti locali (sapone di Marsiglia, tessuti provenzali, vini, salumi ed insaccati freschi, mostarda etc.), di ammirare antiche costruzioni e giardini;

– la campagna, con i suoi boschi ed itinerari trekking da esplorare dopo aver attraccato ad un pontile;

– città storiche da visitare, dove fare shopping, divertirsi.

Abbastanza curioso è anche verificare quanti hanno scelto il turismo fluviale, come forma abituale di vacanza, e quante persone (soprattutto anziane coppie in pensione) hanno scelto di vivere tutto l’anno o buona parte dell’anno a bordo, navigando per l’Europa o restando attraccati ad un porticciolo.

Quando si parla di “turismo sostenibile”, quello fluviale è sicuramente un modello di turismo su piccola scala, labour intensive, servizi personalizzati, attività ad elevato valore aggiunto, cui ispirarsi e sul quale puntare.

Particolarmente indicato per le famiglie (grazie ai prezzi contenuti del noleggio, ed a quelli moderati dei servizi locali), ragazzi e ragazze possono cimentarsi nell’apertura e chiusura delle chiuse manuali e di quelle automatiche, aiutare gli adulti nelle operazioni di bordo e sul pontile, esplorare ogni giorno nuovi paesaggi, dintorni, storie e tradizioni locali.

“L’economia fluviale” ha dimostrato di essere un modello di inclusione per persone che aspirano ad un lavoro meno stressante (lavoratori in pensione, giovani mamme, giovani che ricercano lavori stagionali), una migliore qualità delle relazioni interpersonali.